Quale futuro per la Cineteca Sarda della Società Umanitaria? Quale futuro per la Cineteca del pubblico?
La domanda resta ancora senza risposta, nonostante l'incontro pubblico tra i vertici della Società Umanitaria e della Regione Sardegna - nelle persone del Presidente Amos Nannini e dell'Assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu - si sia svolto ormai da tre settimane e sia stato importante e partecipato, arricchito da un dibattito acceso e appassionato.
Nel corso del dibattito pubblico “Quale futuro per la Cineteca Sarda?”, organizzato dal gruppo di Sinistra Autonomista in Consiglio Regionale e svoltosi lo scorso 10 luglio, sono emerse posizioni discordanti, con toni particolarmente accesi e poco concilianti. Le successive dichiarazioni pubbliche dell'Assessore alla Cultura sulla stampa a proposito della Fabbrica della Creatività (La Nuova Sardegna, 17 luglio 2008) mostrano però un esplicito desiderio di inclusione nella nuova struttura della Cineteca Sarda della Società Umanitaria e ne riconoscono ruolo e storia.
Ciò nonostante non sono state ancora prese iniziative concrete volte a risolvere, all'interno di quanto previsto dalla Legge sul Cinema, le questioni tecnico-legali, come auspicato, sempre nel corso del dibattito pubblico, dall'Onorevole Giovanna Cerina (già relatrice della Legge in Consiglio Regionale) -, né appaiono per ora considerate a sufficienza le importanti questioni culturali poste appassionatamente all'attenzione dei partecipanti, nella stessa sede, da Linetta Serri, membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles, che ha evidenziato la necessità di un ruolo forte della Cineteca Sarda della Società Umanitaria all'interno del disegno culturale sul cinema della Regione Sardegna: pena la perdita della storia della cultura sarda più avanzata degli ultimi quarant'anni e la creazione di un’entità senz'anima e priva di un vero progetto culturale.
Voci isolate parlano di sprechi, ma su questo si è ben espresso Massimo Zedda, Consigliere Comunale a Cagliari, che ha evidenziato come gli sprechi siano ben altri, non certo i 200.000 € annui che consentono alla struttura il pagamento delle sole spese vive di affitto e stipendi.
Chi accusa di voler lucrare su materiale che sarebbe di proprietà della Regione al 100%, ignora forse che una parte molto rilevante dei film presenti in Cineteca - forse proprio la parte più rilevante – proviene da fondi privati, di singoli e di associazioni culturali come la FICC e la FEDIC, che, dopo aver contribuito alla sua costituzione, hanno ritenuto di affidare le opere di loro competenza alle cure della Cineteca Sarda per uso culturale, per far sì che queste potessero continuare a vivere nel contatto quotidiano col pubblico.
In attesa di risposte concrete, la mobilitazione continua a livello sia regionale che nazionale con iniziative pubbliche e dibattiti, con la partecipazione popolare che esprime la volontà forte di continuare a far parte attiva - senza affatto voler rinunciare all'autonomia o desiderare “fusioni perfette” - del grande progetto culturale e sociale che la Cineteca Sarda della Società Umanitaria rappresenta in Sardegna da oltre quarant'anni. Ed è per questo che sono state raccolte e messe in rete più di 1500 firme in poco più di un mese di mobilitazione.
Cagliari, 1.8.2008
Per:
Il Centro Regionale Sardo della FICC, Luigi Zara
Il Cineclub FedIC Cagliari, Romano Widmar
L’ARCI-UCCA prov. Cagliari, Alessia Camedda
Il MCE Sardegna, Rinaldo Rizzi
Il CIDI Cagliari, Rosamaria Maggio
LEND Sardegna, Maria Rosa Giannalia