19 agosto 2008

Documento delle Associazioni di Cultura Cinematografica

(apparso su La Nuova Sardegna)

Quale futuro per la Cineteca Sarda della Società Umanitaria? Quale futuro per la Cineteca del pubblico?

La domanda resta ancora senza risposta, nonostante l'incontro pubblico tra i vertici della Società Umanitaria e della Regione Sardegna - nelle persone del Presidente Amos Nannini e dell'Assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu - si sia svolto ormai da tre settimane e sia stato importante e partecipato, arricchito da un dibattito acceso e appassionato.

Nel corso del dibattito pubblico “Quale futuro per la Cineteca Sarda?”, organizzato dal gruppo di Sinistra Autonomista in Consiglio Regionale e svoltosi lo scorso 10 luglio, sono emerse posizioni discordanti, con toni particolarmente accesi e poco concilianti. Le successive dichiarazioni pubbliche dell'Assessore alla Cultura sulla stampa a proposito della Fabbrica della Creatività (La Nuova Sardegna, 17 luglio 2008) mostrano però un esplicito desiderio di inclusione nella nuova struttura della Cineteca Sarda della Società Umanitaria e ne riconoscono ruolo e storia.

Ciò nonostante non sono state ancora prese iniziative concrete volte a risolvere, all'interno di quanto previsto dalla Legge sul Cinema, le questioni tecnico-legali, come auspicato, sempre nel corso del dibattito pubblico, dall'Onorevole Giovanna Cerina (già relatrice della Legge in Consiglio Regionale) -, né appaiono per ora considerate a sufficienza le importanti questioni culturali poste appassionatamente all'attenzione dei partecipanti, nella stessa sede, da Linetta Serri, membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles, che ha evidenziato la necessità di un ruolo forte della Cineteca Sarda della Società Umanitaria all'interno del disegno culturale sul cinema della Regione Sardegna: pena la perdita della storia della cultura sarda più avanzata degli ultimi quarant'anni e la creazione di un’entità senz'anima e priva di un vero progetto culturale.

Voci isolate parlano di sprechi, ma su questo si è ben espresso Massimo Zedda, Consigliere Comunale a Cagliari, che ha evidenziato come gli sprechi siano ben altri, non certo i 200.000 € annui che consentono alla struttura il pagamento delle sole spese vive di affitto e stipendi.

Chi accusa di voler lucrare su materiale che sarebbe di proprietà della Regione al 100%, ignora forse che una parte molto rilevante dei film presenti in Cineteca - forse proprio la parte più rilevante – proviene da fondi privati, di singoli e di associazioni culturali come la FICC e la FEDIC, che, dopo aver contribuito alla sua costituzione, hanno ritenuto di affidare le opere di loro competenza alle cure della Cineteca Sarda per uso culturale, per far sì che queste potessero continuare a vivere nel contatto quotidiano col pubblico.

In attesa di risposte concrete, la mobilitazione continua a livello sia regionale che nazionale con iniziative pubbliche e dibattiti, con la partecipazione popolare che esprime la volontà forte di continuare a far parte attiva - senza affatto voler rinunciare all'autonomia o desiderare “fusioni perfette” - del grande progetto culturale e sociale che la Cineteca Sarda della Società Umanitaria rappresenta in Sardegna da oltre quarant'anni. Ed è per questo che sono state raccolte e messe in rete più di 1500 firme in poco più di un mese di mobilitazione.

Cagliari, 1.8.2008

Per:

Il Centro Regionale Sardo della FICC, Luigi Zara

Il Cineclub FedIC Cagliari, Romano Widmar

L’ARCI-UCCA prov. Cagliari, Alessia Camedda

Il MCE Sardegna, Rinaldo Rizzi

Il CIDI Cagliari, Rosamaria Maggio

LEND Sardegna, Maria Rosa Giannalia

1 agosto 2008

CI VUOLE DIALOGO E COLLABORAZIONE. Intervento della Fedic

 
Nel 1966 in Sardegna un giovane operatore culturale fondò la Cineteca Sarda con la partecipazione di tanti altri operatori culturali. La felice combinazione della collaborazione tra Fabio Masala e la Società Umanitaria creò le premesse per una iniziativa che diversamente non sarebbe stato possibile sviluppare. L'evento fu preparato in un lungo periodo di tempo, grazie al peregrinare di Masala lungo tutta l'isola, incontrando tutte le realtà associative che operavano nei campi dell'istruzione, della formazione, dello spettacolo. Negli incontri organizzati e nei contatti personali raccontava quella che era la sua idea e, in seguito, quanto aveva elaborato come progetto. Voleva il parere di ciascuno e a ognuno chiedeva consigli. Una fitta trama di relazioni personali precedette la fase costitutiva vissuta da tutti con entusiasmo ed euforia.
La vita della Cineteca Sarda fu difficile e feconda. Ospitata da un ente non sardo, scarsa di mezzi perché ignorata dalle istituzioni e pur centro di vita culturale grazie all'impegno costante e diffuso del poco personale a disposizione, punto di riferimento di ogni associazione. Solo l'oculata gestione delle poche risorse consentì la costituzione di un archivio filmico, integrato nel tempo dalle donazioni e dai depositi di privati e associazioni.
Oggi si presenta un'altra felice combinazione: quella che vede da una parte un cospicuo patrimonio di materiale, già a disposizione di tutti, gestito da un ente privato e dall'altra la Regione che finalmente si sta attrezzando per assumere tale patrimonio in un vasto progetto di valorizzazione dei prodotti audiovisivi. Si può gioire perché è la realizzazione del sogno che Masala ha fatto nascere in quei giovani di quaranta anni fa.
Assistiamo invece ad un animoso scambio di messaggi sulle difficoltà sorte per risolvere la coesistenza di Regione Sarda e Società Umanitaria nella Fondazione "Cineteca Regionale Sarda – Centro di Documentazione Audiovisiva". L'origine continentale dell'ente nazionale gestore della esistente Cineteca Sarda crea problemi legali, economici, operativi. Sembra che la soluzione sia solo tra subire o cacciare. In realtà tutti sanno che l'unica prospettiva utile alla società sarda è quella della trattativa. Proprio il fondatore di questa struttura ha insegnato che il dialogo e la collaborazione stanno alla base della risoluzione dei problemi apparentemente insolubili. È il caso di continuare su questa strada: con pazienza e amore.
 
Romano Widmar

31 luglio 2008

DURA L'EX, SED L'EX

L'EX direttore del C.S.C. della Società Umanitaria di Cagliari, Salvatore Pinna, ha recentemente omaggiato il pubblico sardo di alcuni suoi interventi sulla Cineteca Sarda (leggi l'ultimo intervento di Salvatore Pinna). Si può essere indotti a pensare che essendo stato protagonista di una parte importante della storia della Cineteca Sarda quello che scrive sia rispettoso della verità storica. In realtà non è così: smascherare alcune falsità riportate dai suoi interventi sarebbe facile come sparare sulla Croce Rossa. A parte le cose non vere, è ovvio che per tutto il resto ognuno ha diritto alle sue opinioni e anche Salvatore Pinna ha diritto di cambiare idea, fino a smentire quanto sosteneva e scriveva poco tempo fa. Per capire meglio - e anche per guardare con un po' di tenerezza e generosa comprensione alle ragioni che stanno dietro gli interventi dell'ex - riportiamo per intero le ultime due pagine del saggio che Salvatore Pinna ha pubblicato nel recente volume pubblicato dalla FICC e dedicato alla figura di Fabio Masala, intitolato appunto Fabio Masala. Una vita per il nuovo pubblico, che è stato presentato nel salone della Cineteca Sarda di Cagliari nel gennaio del 2006. Si tratta delle pagine 41 e 42 di un testo firmato da Salvatore Pinna e Salvatore Figus, ma che in realtà tutti sanno essere stato scritto integralmente dal primo. È sottolineato in rosso il passo in cui si misura in modo più radicale quanto possono cambiare le idee in poco tempo. Ma a ciascuno il suo: se a Pinna piace citare e assumere come modello ermeneutico Francesco Cossiga, noi continueremo a citare e fare riferimento a Fabio Masala, che in materia di cineteca e politica culturale ha ancora molto da insegnare.


«Che idea sorpassata: una Cineteca che raccoglie e presta film e attrezzature, che distribuisce schede, che forma animatori. Perché mai se la liberazione dello spettatore (e del cittadino si presume) può avvenire per le stesse "dinamiche interne" alle società occidentali indotte dagli avanzamenti tecnologici, e quindi dai meccanismi auto-espansivi del mercato.

Strani personaggi, quelli che, come Fabio Masala, credevano in una vecchia forma distributiva che richiede una presenza, un andare e un venire, un contatto tra persone. Si rispondeva, non sempre trovando un ascolto pensoso, che era indispensabile un controllo sociale organizzato dei processi di produzione, distribuzione e consumo della cultura e dell'educazione. Perché è sul ribaltamento delle "pure" logiche del mercato, che si gioca il futuro degli audiovisivi, il loro potenziale di emancipazione e di sviluppo della creatività sociale. E nel passaggio dalla virtualità tecnica all'effettività politica e culturale che si decide il destino della democrazia. Come affermava Filippo De Sanctis, grande costruttore insieme a Fabio Masala della Cineteca, "L'obiettivo di un esercizio collettivo dei processi informativi non è tecnologicamente utopico, né socialmente impraticabile: esso è politicamente e culturalmente arduo". Tutto qui, si potrebbe aggiungere.

Un'istituzione che pensi diversamente

Ripetiamo la domanda: ci sarà una Cineteca come l'avevano sognata i fondatori? Bisogna credere ottimisticamente che ci sarà. Ma è diffìcile immaginarla. Come si è detto non si riesce a intravedere una dimensione politica del progettare. Non si riesce a immaginare in quale istanza o manifestazione della politica attuale, scorgere quell'investimento di fiducia nella costruzione, diffusa e partecipata, della vita democratica e dell'economia. Deve esistere ancora ai nostri conti, quell'agente esterno, di indispensabile stimolo, che è stata la Società Umanitaria. Quel modo di "pensare diversamente", di istituzione non governativa che ha sperimentato esempi e prototipi, e che ha interagito proficuamente con l'ente pubblico non deve rischiare di scomparire.

Il potere, niente di meno che il potere

Si vedono movimenti in campo che non promettono niente di buono. Essi sembrano segnalare una specie di infatuazione per le parole {non basta dire cineteca) e l'isolamento, dalla globalità della politica culturale educativa di cui si è parlato, di settori specialistici. Sarebbe un male se venissero realizzati nel nome di Fabio Masala. Si è già detto dell'indissolubile collegamento di audiovisivi, associazionismo, formazione. Non c'è tempo moderno che possa espungerli da una politica culturale così come l'avevano immaginata, anche per il futuro, i grandi fondatori. Si deve dire anche della ragionata avversione che Fabio Masala nutriva per gli specialismi e i settorialismi.

Vale per Fabio Masala quello che egli disse, nel 1990, su Filippo De Sanctis. Egli sottolineava, con riferimento particolare all'ultimo periodo dell'impegno professionale di De Sanctis, il suo non rinchiudersi negli specialismi e quindi neppure nel cinema e nella televisione. E ne rimarcava la scelta di rivolgersi al grande nuovo pubblico "anche" del libro (Pubblico e biblioteche), della musica, dei musei, del teatro, della poesia (Progetto Prato). Rinchiudersi negli specialismi, diceva Fabio Masala citando Asimov, "avrebbe comportato la conseguenza di arrivare ad una perfetta ignoranza di tutto quanto esiste al mondo tranne che per una limitatissima sezione di niente". Un'altra frase significativa, non solo degli ampi interessi culturali, ma anche dei riferimenti etici di Fabio - ancora a proposito degli specialismi - la trasse dalla Simone Weil dei Quaderni: "Se in una materia qualsiasi si conoscono troppo cose, la conoscenza si muta in ignoranza, oppure occorre elevarsi a un'altra conoscenza".»

21 luglio 2008

Hanno aderito in queste ore

 
Sono pervenute le adesioni dei due registi Ermanno Olmi e Riccardo Milani.
Li ringraziamo per il sostegno.

18 luglio 2008

L'IRRE Sardegna, Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica e la SOCIETÀ UMANITARIA:

Vi proponiamo una testimonianza di Gabriella Lanero e di Gian Piero Liori sul rapporto di collaborazione che si è sviluppato tra i due soggetti negli anni passati, in relazione al Piano nazionale per la diffusione del linguaggio cinematografico e audiovisivo nella scuola. Gli amici della Cineteca Sarda li ringraziano per il loro importante contributo alla discussione e all'approfondimento del ruolo che la Società Umanitaria ha ricoperto in ambito educativo, sempre in sinergia con le agenzie formative istituzionali.

Scarica il contributo dell'IRRE in formato PDF (81 kb)

16 luglio 2008

Pagine di cinema in bianco e nero - Rassegna cinema a Monte Claro



PROVINCIA DI CAGLIARI
PROVINCIA DE CASTEDDU

Assessorato alla Cultura, Identità, Spettacolo e Sport
BIBLIOTECA PROVINCIALE DI CAGLIARI
SOCIETÀ UMANITARIA - CINETECA SARDA di CAGLIARI
presentano
La Biblioteca va al Parco
PAGINE DI CINEMA IN BIANCO E NERO
Capolavori della letteratura sullo schermo
Parco di Monte Claro
Piazzetta della Cappella di Santa Maria Chiara
(viottolo a sinistra della fontana)
ore 21.00
Giovedì 17 luglio 2008
VIAGGIO NELLA LUNA di Georges Méliès (Francia, 1902)
Dai romanzi di Jules Verne
CENERE di Febo Mari, Arturo Ambrosio (Italia, 1916)
Dal romanzo di Grazia Deledda
Giovedì 24 luglio 2008
PICCOLE DONNE di George Cukor (USA, 1933)
Dal romanzo di Louise M. Alcott
Giovedì 31 luglio 2008
FURORE di John Ford (Usa, 1940)
Dal romanzo di John Steinbeck
Giovedì 7 agosto 2008
I PROMESSI SPOSI di Mario Camerini (Italia, 1941)
Dal romanzo di Alessandro Manzoni
Giovedì 21 agosto 2008
IL GRANDE SONNO di Howard Hawks (Usa, 1946)
Dal romanzo di Raymond Chandler
Giovedì 28 agosto 2008
IL TERZO UOMO di Carol Reed (Gran Bretagna, 1949)
Dal romanzo di Graham Greene
Giovedì 4 settembre 2008
OTELLO di Orson Welles (USA, Francia, 1949-52)
Dal dramma di William Shakespeare
Giovedì 11 settembre 2008
TERESA RAQUIN di Marcel Carné (Italia, Francia, 1953)
Dal romanzo di Emile Zola
Giovedì 18 settembre 2008
LE NOTTI BIANCHE di Luchino Visconti (Italia, 1957)
Dal romanzo di Fedor Mihajlovic Dostoevskij
Per informazioni:
Biblioteca Provinciale di Cagliari
Vico XIV S. Giovanni, 8/12
Tel. 070 4092901
Email: biblioteca@provincia.cagliari.it
Sito: www.provincia.cagliari.it
Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari
Viale Trieste, 118
Tel. 070 275271 – 070 280367
Email: umanitaria.ca@tiscali.it

11 luglio 2008

Incontro sulla Cineteca Sarda - Comunicato stampa del Gruppo S.A:

 
Consiglio Regionale della Sardegna
XIII LEGISLATURA
Gruppo S.A. - SINISTRA AUTONOMISTA
 
Comunicato Stampa
 
Si è tenuto ieri a Cagliari il dibattito, presso la casa dello studente di via Trentino, dal titolo "Quale futuro per la cineteca sarda?" organizzato dal gruppo Sinistra Autonomista in Consiglio Regionale.
La partecipazione e i numerosi interventi, anche critici, rispetto alle modalità di attuazione della legge regionale sul cinema rappresentano il segnale di una richiesta di partecipazione alle scelte fondamentali che riguardano la vita, anche sociale e culturale, della nostra isola che non possono essere sottovalutati né, tantomeno, ignorati.
La storia della Società Umanitaria e, in particolare, della Cineteca sarda è un pezzo della storia dell'emancipazione di tanti sardi. Il patrimonio materiale e immateriale di tanti anni di impegno sociale non possono e non devono essere liquidati.
Con lo spirito di chi vuole tutelare la continuità di un servizio pubblico, nel vero senso del termine, numerosi interventi hanno espresso forti preoccupazioni sul futuro della Cineteca sarda della
Società Umanitaria.
Siamo convinti che ci siano ancora i termini e gli spazi per riprendere un dialogo che pareva concluso.
Siamo convinti che l'Assessore Maria Antonietta Mongiu saprà cogliere in positivo gli stati d'animo e le preoccupazioni emerse per addivenire, nel più breve tempo possibile a una soluzione del problema.
La Regione ha il dovere di partire dall'esperienza della Cineteca sarda per la costituzione della Fondazione regionale che, solo in questo modo, potrà essere sentita come patrimonio pubblico, di tutti.
 
Cagliari, 11 lug. 08
 
Paola Lanzi  
Presidente del gruppo Sinistra Autonomista                      
 
Salvatore Serra
Consigliere Regionale del PDCI

 

9 luglio 2008

Ecco l'elenco dei primi 1160 firmatari

Potete scaricare il file pdf con l'elenco dei primi 1160 firmatari della petizione. Attualmente i firmatari sono molti di più e stiamo provvedendo a completare l'elenco che sarà visionabile nei prossimi giorni.
Ecco il link:

Scarica il documento

8 luglio 2008

Quale futuro per la Cineteca sarda? - Giovedì 10 incontro all'ERSU di Cagliari

 
Organizza il gruppo Sinistra Autonomista in Consiglio Regionale
 
QUALE FUTURO PER LA CINETECA SARDA?
 
giovedì 10 luglio - ore 17.30
ERSU - Sala Cosseddu
Via Trentino- Cagliari
 
intervengono
 
MARIA ANTONIETTA MONGIU
Assessore regionale pubblica istruzione
 
PAOLA LANZI
Capogruppo Sinistra autonomista in Consiglio regionale
 
SALVATORE SERRA
Consigliere regionale Pdci
 
AMOS NANNINI
Presidente Società Umanitaria
 
ANTIOCO FLORIS
Docente di discipline cinematografiche, Università di Cagliari
 
MARCO ASUNIS
Presidente nazionale F.I.C.C.
 
partecipa
Il presidente della Regione
RENATO SORU
 
L'art. 14 della legge regionale 15/2006 prevede la costituzione della Fondazione "Cineteca regionale sarda" al fine di favorire l'acquisizione, la catalogazione, lo studio e la ricerca, la fruizione per fini culturali ed educativi del patrimonio cinematografico ed audiovisivo, nonché la conservazione e la diffusione delle opere cinematografiche di interesse regionale. Quale funzione e ruolo attribuire alla Cineteca Sarda della Società Umanitaria?

3 luglio 2008

Pietro Clemente e la Cineteca sarda

 

Cari amici,

 

il vostro appello e il riferimento alla data di nascita della Cineteca sarda (1966) mi fa pensare inevitabilmente ai primi anni '60, in particolare al 1963 e 64 in cui lavorai con Fabio Masala, e partecipai del lavoro della Società Umanitaria, anche con degli stages a Meina e in Sardegna. Ricordo quel lavoro 'fondatore' di cultura, anche come un lavoro in cui venivo fondato io stesso come 'uomo di cultura'. Era un tema che Fabio Masala sentiva molto, quello di una iniziazione al lavoro culturale in gruppo che togliesse a noi aspiranti intellettuali un'aria di privilegio o un odore di accademia. Gli scherzi da stage, la capacità di gestione delle tecniche (il proiettore), di fare delle performances (leggere le schede dei romanzi e altro), di stare in gruppo in modo equilibrato, di non essere troppo individualisti e il senso dell'uso pubblico della cultura sono stati fondamentali per quella generazione che avrebbe poi 'fatto' il '68 e creato i circoli culturali, le reti che ancora sono vive. Anche nella sezione del PSI di Cagliari e poi del PSIUP con Fabio ci caricavamo il proiettore a 16 mm pesantissimo per proiettare Il ferroviere di Germi, o ci addestravamo a leggere brani di libri di letteratura a sfondo sociale che leggevamo nei circoli di lettura. Facevamo un lavoro di base, con un linguaggio non elitario mirato alla cultura come patrimonio collettivo. Il proiettore talora non funzionava, ci mancava la lampadina di riserva, e dopo aver fatto 'speakeraggio' con una Cinquecento e avere raccolto un po' di giovani non certo avvezzi agli incontri culturali dovevamo spiegare che il film non ci sarebbe stato. Talaltra la nostra insistenza per il dibattito incontrava resistenze 'pre-morettiane'. Ma facevamo quello che ancora oggi è il nucleo della formazione culturale di massa, cercare la gente dove vive e coinvolgerla nei processi culturali che schivano i luoghi di frontiera e la gente comune, per cercare riflettori, bravi presentatori, e televisioni.

Fabio Masala riuscì poi con la Cineteca Sarda a creare un servizio culturale diffuso, che nasceva da quelle esperienze fondative, ma che si basava proprio sul lavoro capillare di 'organizzatori di cultura'.

Ho scarsa considerazione dei processi che nascono dall'alto, da gente molto pagata, che ha magari entrature mediatiche, che sfoggiano supertecnologie e nascondono nuove forme di privilegio se non la mercantilizzazione e spettacolarizzazione (estetizzazione) della sfera della cultura. La cultura è da anni invasa da bravi presentatori e polemisti narcisisti che proclamano da soli la propria indispensabilità.

Quest'anno la ICOM - Italia e la Conferenza nazionale della associazioni museali ha fatto un appello forte, quasi drammatico, contro le grandi mostre 'blockbuster' senza ricerca e con grande appeal turistico, che condannano al silenzio i musei e il lavoro culturale di ricerca, fatte da abili mediatori e assecondate da assessori con desiderio di visibilità. Ha rilanciato il ruolo dell'organizzazione stabile della cultura contro l'effimero, ha considerato desertificanti le mostre che fanno cassetta a miliardi e poi tolgono pubblico alle reti minute e locali dei musei, delle scuole, delle associazioni territoriali. Lasciano statistiche di quanti piedi hanno traversato una soglia dove l'obiettivo era feticizzare pochi oggetti o opere del Louvre, o contrabbandare un lavoro culturale, dove c'erano soltanto 'capolavori', ovvero oggetti acritici che sono importanti perché vengono proclamati con la pubblicità ben organizzata e a fini di lucro.

Io credo che si debbano riprendere le battaglie culturali contro la gestione della cultura da parte di politici, manager, da non specialisti, contro le grandi architetture centralistiche e i progetti faraonici, contro l'estensione del concetto di grande qualità spettacolare alla produzione pubblica di eventi culturali, per la cultura al servizio del pubblico, e gestita da chi fa ricerca e non da chi trova i migliori slogan pubblicitari. Sto vivendo in Toscana, drammaticamente, questi fenomeni, perché ne è promotrice attiva una sinistra storicamente legata a questo territorio, ma fortemente trasformata dalla gestione mediatica della politica e della cultura.

Io sono da vari anni impegnatissimo sul fronte dei musei etnografici, e presiedo l'associazione nazionale dei musei e dei beni demo-etno-antropologici (Simbdea); in questo lavoro ho riscoperto l'importanza della 'organizzazione di cultura' e ho ripreso il lavoro cominciato con Fabio Masala: nel senso che i musei sono insieme film, TV, racconto letto, memoria storica, si pongono problemi di allargare l'accesso, debbono conquistare il pubblico, in specie i giovani, dialogare con le scuole, etc… Ho riscoperto temi come la società civile, il lavoro dal basso per la democrazia, i nuovi concetti di comunità, mediati anche da Internet, la solitudine culturale di tanti soggetti sociali (i giovani, gli immigrati, le donne più anziane...), il bisogno soggettivo e l'importanza collettiva che 'ciascuno racconti la sua storia' e non si raccontino sempre le stesse storie dei pochi che hanno accesso alla TV e al mercato editoriale.

Quel che faccio mi dice che il tipo di lavoro che facevo con Fabio Masala alle origini della Cineteca Sarda, cambiate le tecniche e gli spazi culturali, è ancora indispensabile. Quest'anno ho pensato di descrivere il lavoro cellulare del museo locale con una immagine tratta dalla Napoli degli anni recenti, e delle pratiche educative di frontiera della grandi città latinoamericane, piene di minori fuggiti o orfani, quella del 'maestro' di strada, che si cerca gli allievi e che plasma la sua opera di conquista culturale partendo dall'incontro con loro. Un museo 'maestro di strada' non punta sulla firma di un grande architetto, ma su un tenace lavoro di ricerca, di dialogo con le tecnologie, di scoperta delle culture locali (i giovani e 'You Tube') cose che spesso fanno gli artisti contemporanei per intuire come sta cambiando il mondo.

Io credo molto a questo lavoro, e sono convinto che la Cineteca sarda è fatta di questo genere di lavoro 'incorporato' in una memoria sociale che sarebbe utile riattivare, che ha una potenzialità di aggiornamento costante (ne è sempre stata una caratteristica), e di 'organizzazione di cultura'. È davvero molto tempo che non lavoro con voi, salvo qualche incontro occasionale che però mi ha sempre confermato l'idea di un 'patrimonio' di saperi, pratiche, documenti ineludibile. Non posso darvi dunque un sostegno pieno e motivato su cose che non conosco bene, ma ve lo do con entusiasmo come membro di una storia comune dell'organizzazione di cultura nel dialogo con la società civile, nella convinzione che quel modo che ha formato me è ancora valido nella formazione diffusa e capillare oggi, nell'uso sociale partecipato dei beni culturali e del patrimonio culturale di cui parlano le nostre leggi .

Forza Paris

 

Pietro Clemente

 

27 giugno 2008

La Cineteca del Friuli sostiene la Cineteca Sarda


Cari Amici della Cineteca Sarda,
               
sottoscriviamo pienamente l'appello per salvare la vostra storica e prestigiosa istituzione che conosciamo da decenni e con la quale collaboriamo da sempre.
Qui in Friuli Venezia Giulia abbiamo corso un pericolo analogo al vostro perché, in alcuni momenti, è parso che a prevalere fosse,  sull'attività e sui rapporti nazionali e internazionali intrapresi sin dal 1977 dalla Cineteca del Friuli,  la logica della valorizzazione della Cineteca Regionale (dimostratasi sin dalle origini, nel 1984, inefficiente).

Nel 2006, con la nuova legge regionale del FVG sul cinema fortemente voluta e condivisa da tutto il mondo cinematografico regionale su proposta del Consigliere Piero Colussi, viene riconosciuto ufficialmente il ruolo della Cineteca del Friuli (che si fa anche carico della progettazione e della costruzione, con fondi regionali, dell'Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia all'interno del quale verranno sistemati e adeguatamente conservati tutti i fondi in pellicola presenti sul territorio del FVG e in quello del Veneto).
Le nostre storie dunque si assomigliano molto e siamo quindi a vostra disposizione per consigli, scambi di documenti (convenzioni e regolamenti) e quant'altro sia necessario per mettere al centro dell'attività archivistica della Sardegna  la vostra cineteca che è quella che la FIAF, la Federazione Internazionale degli Archivi del Film,  riconosce sin dal 1996.

Con i più cordiali saluti,

Livio Jacob
Direttore
 

20 giugno 2008

I nostri "banchetti"

Alcune strutture amiche della Cineteca Sarda hanno messo a disposizione i loro spazi per la raccolta delle firme legate alla petizione. Verranno elencate di seguito, man mano che aumentano le offerte di supporto, e segnalate nella mappa sottostante. Cliccando sulle indicazioni in blu é possibile avere maggiori informazioni.
Cineclub Oristanese
presso Centro Servizi Culturali UNLA Oristano
Via Carpaccio n. 9 - Oristano


Centro di Cultura Cinematografica, Spazio Odissea
Viale Trieste n. 84 – Cagliari

Libreria Murru
Via San Benedetto n° 12 C - Cagliari

Libreria CUEC (ingresso Facoltà di Lettere)
Via Is Mirrionis n° 1 - Cagliari

Libreria Fahrenheit 451
Via Basilicata n° 57 - Cagliari

Cinema Greenwich
Via Sassari n° 55a - Cagliari

Libreria Tiziano
Via Tiziano n°15 - Cagliari

Libreria Bastione
Piazza Costituzione n°4 - Cagliari

Libreria Babele (fronte Poste)
Via Logudoro n°38 - Cagliari

Biblioteca Provinciale
Vicolo XIV San Giovanni n°8/12 - Cagliari



Visualizzazione ingrandita della mappa

Segnalazione - Emergenza Umanitaria

Da Sardegna Radio:
La Cineteca Sarda/Società Umanitaria è stata improvvisamente estromessa dal progetto regionale per la realizzazione di un'istituzione dedicata alla archiviazione e alla diffusione della conoscenza del cinema in Sardegna. Inizialmente si è assistito ad un accordo preliminare nell'atto fondativo, datato settembre 2006, in cui era chiara la decisione della Giunta Regionale Sarda di promuovere la costituzione della Fondazione "Cineteca regionale sarda", riconoscendo l'importanza dell'attività della Cineteca Sarda....

(leggi l'articolo completo)

Sardegna Radio ha realizzato anche tre interviste, che riproponiamo:

Lia Careddu


Antonello Zanda


Giuseppe Pilleri





18 giugno 2008

Appello per la Cineteca Sarda (video)

Hanno già aderito

Adesioni provenienti dalla penisola e dalla Sardegna.

FUORI SARDEGNA:

Vittorio De Seta, regista

Dario Fo, regista teatrale e premio nobel per la letteratura

Tonino Guerra, sceneggiatore, poeta e narratore

Carlo Lizzani, regista

Ugo Gregoretti, regista

Mimmo Calopresti, regista e presidente Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico

Giuseppe Bertolucci, regista e presidente della Cineteca di Bologna

Daniele Segre, regista

Francesco Maselli, regista

Ermanno Olmi, regista

Franco Piavoli, regista

Riccardo Milani, regista

Silvano Agosti, regista

Edoardo Winspeare, regista

Beppe Gaudino, regista

Isabella Sandri, regista

Franco Angeli, editore

Massimo Sani, regista e membro del Consiglio Esecutivo dell'ANAC - Associazione Nazionale Autori Cinematografici

Sandro Lai, regista RAI

Patrizia Fregonese, regista

Omero Antonutti, attore

Salvo Genovesi, attore

Morando Morandini, critico cinematografico

Paolo Mereghetti, critico cinematografico

Sergio Grmek Germani, critico cinematografico

Sebastiano Gesù, critico cinematografico e storico del cinema Università di Catania

Steve Della Casa, critico cinematografico e presidente della Film Commissione Torino Piemonte

Gianni Canova, critico cinematografico e storico del cinema IULM di Milano

Enrico Ghezzi, RAI Fuori Orario

Ciro Giorgini, RAI Fuori Orario

Antonio Costa, storico del cinema Università di Venezia

Adriano Aprà, storico del cinema Università Tor Vergata di Roma, ex direttore della Cineteca Nazionale

Alberto Barbera, direttore Museo nazionale del cinema di Torino

Livio Jacob, direttore Cineteca del Friuli

Luisa Comencini, Fondazione Cineteca Italiana

Mario Musumeci, Ufficio restauro Cineteca Nazionale

Franca Farina, Archiviofilm della Cineteca Nazionale

Fulvio Baglivi, Archiviofilm della Cineteca Nazionale, RAI Fuori Orario

Viridiana Rotondi, Cineteca Nazionale

Laura Ceccarelli, Responsabile Ufficio Fondi e conservazione dei materiali archivistici, Biblioteca Luigi Chiarini

Susanna Zirizzotti, Cineteca Nazionale

Maria Coletti, Cineteca Nazionale

Daniela Bendoni, costumista e pittrice

Mauro Bulgarelli, ex senatore

SARDEGNA:

Enrico Pau, regista

Enrico Pitzianti, regista

Giovanni Columbu, regista

Simone Contu, regista

Marco Antonio Pani, regista

Peter Marcias, regista

Giovanni Coda, regista

Federico De Virgiliis, regista

Tomaso Mannoni, regista

Bepi Vigna, regista e scrittore

Davide Mocci, regista

Salvatore Sardu, regista

Guido Costa, regista

Antonello Carboni, regista e operatore culturale UNLA

Francesco Casu, regista

Emanuela Cau, regista

Marco Gallus, regista

Pier Francesco Loche, attore

Fausto Siddi, attore

Giacomo Casti, attore

Antonia Iaccarino, sceneggiatrice

Salvatore Cubeddu, regista e sceneggiatore

Gabriele Lasio, scenografo

Gianni Olla, critico cinematografico

Sergio Naitza, critico cinematografico

Elisabetta Randaccio, critico cinematografico

Antioco Floris, storico del cinema Università di Cagliari

David Bruni, storico del cinema Università di Cagliari

Lucia Cardone, storico del cinema Università di Sassari

Elena Ledda, musicista

Mauro Palmas, musicista e autore della colonna sonora del film "Cainà"

Gavino Murgia, musicista

Poiché la lista sarebbe lunghissima riportiamo solo coloro il cui lavoro ha o ha avuto a che fare con il cinema.

Il seguente elenco sarà aggiornato quotidianamente con le altre firme che ci giungono giorno per giorno. Vi invitiamo a segnalarci dimenticanze e nuove adesioni.

PETIZIONE A SOSTEGNO DELLA CINETECA SARDA

Per aderire alla petizione, é sufficiente lasciare un commento (in cui specificate nome, cognome, professione o gruppo di appartenenza e città in cui operate) in coda al testo di questo post. Per farlo, é sufficiente cliccare su "Posta un commento".



Al Presidente della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, Dott. Renato Soru

al Presidente del Consiglio Regionale, On. Giacomo Spissu

e p. c. ai Capigruppo del Consiglio Regionale Sardo

al Presidente della Società Umanitaria, Dott. Amos Nannini

  • Le associazioni di cultura cinematografica e le associazioni di cultura educativa:
  • Il Centro Regionale Sardo della FICC, (Federazione Italiana dei Circoli del Cinema)
  • Il Cineclub FedIC, (Federazione Italiana Cineamatori), Cagliari
  • L'ARCI-UCCA, (Unione dei Circoli del Cinema ARCI), prov. Cagliari
  • Il MCE, (Movimento di Cooperazione Educativa), Sardegna
  • Il CIDI, (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), Cagliari
  • LEND (Lingua e Nuova Didattica)
  • I sottoscrittori in elenco

I firmatari hanno accolto con favore la decisione della Giunta regionale sarda di promuovere la costituzione della Fondazione "Cineteca regionale sarda", assunta con l'art. 14 della Legge regionale n. 15 del 20 settembre 2006, e hanno apprezzato che nel testo di legge fosse riconosciuta l'importanza dell'attività che ormai da più di 40 anni la Cineteca Sarda della Società Umanitaria svolge in Sardegna.

Ma il successivo schema di Statuto della Fondazione, approvato il 20 dicembre 2007, non riconosce e non determina in maniera chiara e definita il ruolo del Centro di Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria.

In tale contesto i firmatari osservano con preoccupazione che alcune iniziative culturali e politiche - pure realizzate nell'intento senz'altro meritorio di proporre al pubblico un'immensa mole di materiali audiovisivi, come la Sardegna Digital Library, ed alcuni progetti recentemente annunciati, riguardanti la creazione di nuove istituzioni culturali - sembrano ignorare, con un'incomprensibile mancanza di memoria storica e in contraddizione con gli stessi proponimenti del progetto di Centro di Documentazione Audiovisiva (det. 834 del 26 aprile 2006), il lavoro svolto in Sardegna dalla Cineteca Sarda della Società Umanitaria a partire dal 1966.

La Cineteca Sarda è stata ed è ancora oggi un interlocutore imprescindibile per chiunque abbia scelto di impegnarsi in Sardegna, in ogni sede, sul terreno della formazione e dell'organizzazione del pubblico, dell'uso formativo degli audiovisivi, con un lavoro strenuo e capillare mirante alla crescita della cultura - non solo cinematografica - in senso democratico.

L'apertura al dialogo con le realtà associative diffuse sul territorio e l'offerta gratuita e continua non solo di materiale audiovisivo, ma anche di formazione sul piano metodologico, oltre che tecnico, hanno sempre caratterizzato il lavoro della Cineteca sarda e dei Centri culturali della Società Umanitaria in Sardegna.

Tale lavoro ha portato peraltro riconoscimento e stima a livello sia nazionale che internazionale, come mostrano la collaborazione costante con le Cineteche italiane e la presenza della Cineteca Sarda nella FIAF (International Federation of Film Archives).

Il patrimonio audiovisivo, le competenze, le professionalità, le sensibilità che negli anni i Centri di Servizi Culturali della Società Umanitaria hanno formato, sia nel proprio interno che nell'associazionismo di base, costituiscono un bene pubblico che deve essere riconosciuto, difeso e potenziato.

Pertanto, i firmatari del documento auspicano:

- che la Regione si impegni per la costituzione - prevista dalla legge - di una fondazione mista pubblico-privato, per garantire, attraverso l'indispensabile coinvolgimento della Società Umanitaria, il potenziamento e il radicamento di quel servizio pubblico che la 'Cineteca Sarda' ha fino ad oggi offerto ad associazioni, scuole, biblioteche, università e a tutti e tutte coloro che hanno operato con gli audiovisivi per contribuire alla crescita culturale della Sardegna.

- che la Società Umanitaria di Milano si impegni affinché questo patrimonio storico di esperienza e di materiali concretizzatosi nella Cineteca sarda sia tradotto all'interno della "Cineteca regionale sarda", e compia i necessari passi per trovare con la Regione sarda un terreno di confronto e di mediazione che porti alla costituzione di una cineteca pubblica, accessibile e gratuita per tutti.

Per: Firme

Il Centro Regionale Sardo della FICC, Luigi Zara

Il Cineclub FedIC Cagliari, Romano Widmar

L'ARCI-UCCA prov. Cagliari, Alessia Camedda

Il MCE Sardegna, Rinaldo Rizzi

Il CIDI Cagliari, Rosamaria Maggio

LEND Maria Rosa Giannalia