19 agosto 2008

Documento delle Associazioni di Cultura Cinematografica

(apparso su La Nuova Sardegna)

Quale futuro per la Cineteca Sarda della Società Umanitaria? Quale futuro per la Cineteca del pubblico?

La domanda resta ancora senza risposta, nonostante l'incontro pubblico tra i vertici della Società Umanitaria e della Regione Sardegna - nelle persone del Presidente Amos Nannini e dell'Assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu - si sia svolto ormai da tre settimane e sia stato importante e partecipato, arricchito da un dibattito acceso e appassionato.

Nel corso del dibattito pubblico “Quale futuro per la Cineteca Sarda?”, organizzato dal gruppo di Sinistra Autonomista in Consiglio Regionale e svoltosi lo scorso 10 luglio, sono emerse posizioni discordanti, con toni particolarmente accesi e poco concilianti. Le successive dichiarazioni pubbliche dell'Assessore alla Cultura sulla stampa a proposito della Fabbrica della Creatività (La Nuova Sardegna, 17 luglio 2008) mostrano però un esplicito desiderio di inclusione nella nuova struttura della Cineteca Sarda della Società Umanitaria e ne riconoscono ruolo e storia.

Ciò nonostante non sono state ancora prese iniziative concrete volte a risolvere, all'interno di quanto previsto dalla Legge sul Cinema, le questioni tecnico-legali, come auspicato, sempre nel corso del dibattito pubblico, dall'Onorevole Giovanna Cerina (già relatrice della Legge in Consiglio Regionale) -, né appaiono per ora considerate a sufficienza le importanti questioni culturali poste appassionatamente all'attenzione dei partecipanti, nella stessa sede, da Linetta Serri, membro del Comitato delle Regioni a Bruxelles, che ha evidenziato la necessità di un ruolo forte della Cineteca Sarda della Società Umanitaria all'interno del disegno culturale sul cinema della Regione Sardegna: pena la perdita della storia della cultura sarda più avanzata degli ultimi quarant'anni e la creazione di un’entità senz'anima e priva di un vero progetto culturale.

Voci isolate parlano di sprechi, ma su questo si è ben espresso Massimo Zedda, Consigliere Comunale a Cagliari, che ha evidenziato come gli sprechi siano ben altri, non certo i 200.000 € annui che consentono alla struttura il pagamento delle sole spese vive di affitto e stipendi.

Chi accusa di voler lucrare su materiale che sarebbe di proprietà della Regione al 100%, ignora forse che una parte molto rilevante dei film presenti in Cineteca - forse proprio la parte più rilevante – proviene da fondi privati, di singoli e di associazioni culturali come la FICC e la FEDIC, che, dopo aver contribuito alla sua costituzione, hanno ritenuto di affidare le opere di loro competenza alle cure della Cineteca Sarda per uso culturale, per far sì che queste potessero continuare a vivere nel contatto quotidiano col pubblico.

In attesa di risposte concrete, la mobilitazione continua a livello sia regionale che nazionale con iniziative pubbliche e dibattiti, con la partecipazione popolare che esprime la volontà forte di continuare a far parte attiva - senza affatto voler rinunciare all'autonomia o desiderare “fusioni perfette” - del grande progetto culturale e sociale che la Cineteca Sarda della Società Umanitaria rappresenta in Sardegna da oltre quarant'anni. Ed è per questo che sono state raccolte e messe in rete più di 1500 firme in poco più di un mese di mobilitazione.

Cagliari, 1.8.2008

Per:

Il Centro Regionale Sardo della FICC, Luigi Zara

Il Cineclub FedIC Cagliari, Romano Widmar

L’ARCI-UCCA prov. Cagliari, Alessia Camedda

Il MCE Sardegna, Rinaldo Rizzi

Il CIDI Cagliari, Rosamaria Maggio

LEND Sardegna, Maria Rosa Giannalia

1 agosto 2008

CI VUOLE DIALOGO E COLLABORAZIONE. Intervento della Fedic

 
Nel 1966 in Sardegna un giovane operatore culturale fondò la Cineteca Sarda con la partecipazione di tanti altri operatori culturali. La felice combinazione della collaborazione tra Fabio Masala e la Società Umanitaria creò le premesse per una iniziativa che diversamente non sarebbe stato possibile sviluppare. L'evento fu preparato in un lungo periodo di tempo, grazie al peregrinare di Masala lungo tutta l'isola, incontrando tutte le realtà associative che operavano nei campi dell'istruzione, della formazione, dello spettacolo. Negli incontri organizzati e nei contatti personali raccontava quella che era la sua idea e, in seguito, quanto aveva elaborato come progetto. Voleva il parere di ciascuno e a ognuno chiedeva consigli. Una fitta trama di relazioni personali precedette la fase costitutiva vissuta da tutti con entusiasmo ed euforia.
La vita della Cineteca Sarda fu difficile e feconda. Ospitata da un ente non sardo, scarsa di mezzi perché ignorata dalle istituzioni e pur centro di vita culturale grazie all'impegno costante e diffuso del poco personale a disposizione, punto di riferimento di ogni associazione. Solo l'oculata gestione delle poche risorse consentì la costituzione di un archivio filmico, integrato nel tempo dalle donazioni e dai depositi di privati e associazioni.
Oggi si presenta un'altra felice combinazione: quella che vede da una parte un cospicuo patrimonio di materiale, già a disposizione di tutti, gestito da un ente privato e dall'altra la Regione che finalmente si sta attrezzando per assumere tale patrimonio in un vasto progetto di valorizzazione dei prodotti audiovisivi. Si può gioire perché è la realizzazione del sogno che Masala ha fatto nascere in quei giovani di quaranta anni fa.
Assistiamo invece ad un animoso scambio di messaggi sulle difficoltà sorte per risolvere la coesistenza di Regione Sarda e Società Umanitaria nella Fondazione "Cineteca Regionale Sarda – Centro di Documentazione Audiovisiva". L'origine continentale dell'ente nazionale gestore della esistente Cineteca Sarda crea problemi legali, economici, operativi. Sembra che la soluzione sia solo tra subire o cacciare. In realtà tutti sanno che l'unica prospettiva utile alla società sarda è quella della trattativa. Proprio il fondatore di questa struttura ha insegnato che il dialogo e la collaborazione stanno alla base della risoluzione dei problemi apparentemente insolubili. È il caso di continuare su questa strada: con pazienza e amore.
 
Romano Widmar